Il nuovo progetto di ripristino dell’officiosità idraulica affidato dalla stazione appaltante Consorzio di Bonifica Friulana alla progettazione dell’Ing. Blasone e all’azienda esecutrice Adriacos srl con il supporto di P-TREX, si sviluppa a Fossalon di Grado (UD) e per la particolarità del contesto in cui è localizzato rappresenta una svolta importante nell’implementazione di soluzioni applicative del PRFV.
Fossalon è una fertile area agricola ricavata tramite bonifica nella prima metà del XX secolo. Per garantire il contenimento delle acque durante le abbondanti piogge, prevenire il dissesto idrogeologico e favorire l’attività agricola, è stato costruito il reticolo idraulico e l’impianto idrovoro di Vittoria (progettato nel 1908 e realizzato negli anni ’30), intervento statale di grande importanza per tutta la zona.
Per la sua conformazione, il bacino necessita di una rete di raccolta delle acque costituita da canali artificiali in terra (principali e secondari) che siano in grado di raccogliere ed allontanare le acque meteoriche e superficiali per convogliarle verso l’impianto di sollevamento meccanico posto nella zona più depressa. Qui l’impianto idrovoro solleva e scarica le acque in eccesso oltre l’argine verso il mare.
L’urbanizzazione iniziata nella seconda metà del secolo scorso e il cambiamento climatico hanno determinato un incremento delle portate di piena, con l’accelerarsi dei fenomeni di frana con il conseguente scivolamento delle scarpate verso il fondo del canale.
La necessità di provvedere alla rimozione del sedimento presente sul fondo canale si rende indispensabili per garantire il funzionamento dell’intero sistema idraulico. Infatti, i canali artificiali in terra richiedono una continua attività di manutenzione, di rimozione dei sedimenti del fondo e il consolidamento delle scarpate. Nel bacino di Vittoria, inoltre, ricco di mercurio naturale, la gestione del sedimento è particolarmente problematica e può essere riutilizzato solamente all’interno del corpo idrico se finalizzato al miglioramento idraulico e gestionale del corso d’acqua, in un’ottica di economia circolare.
Progettazione geotecnica-strutturale in risposta alle aspettative dell’Ente
Le ipotesi progettuali di base prevedevano la riprofilatura dei bordi del canale collettore del bacino di arrivo all’impianto, originariamente modellati in terra ed oggetto di locali franamenti ed instabilità, mediante la costruzione di una palificata di bordo atta a contenere il terreno di monte e consentire contestualmente un dragaggio del fondo canale per riportarlo alle quote idrauliche originarie.
L’intervento, lungo circa 640 m e previsto su entrambe le sponde del canale, si concretizza con la realizzazione di una doppia palificata in legno; in sede di progetto a base di gara, il contrasto in testa delle due file di pali era affidato ad una struttura metallica di collegamento e ripartizione tra le teste pali. Nell’interspazio tra le due palificate, previa disposizione di un telo in geotessuto, viene posizionato il terreno bonificato di risulta dall’escavazione del fondo canale; altrettanto viene previsto a monte della struttura di sostegno, al fine di ripristinare il profilo originario del terreno in prossimità del bordo del canale.
La struttura metallica di ripartizione originariamente prevista in progetto era in acciaio autoproteggente, costituita da travi longitudinali a cavallo delle due file di pali, collegate trasversalmente.
In sede di gara d’appalto, tra i criteri di valutazione dell’Offerta Tecnica, veniva appunto valutata la possibilità di fornire una soluzione migliorativa “per la realizzazione della connessione trasversale tra le due palificare nei confronti della protezione contro i fenomeni corrosivi verso gli agenti aggressivi considerate le condizioni ambientali dell’opera (agenti atmosferici, presenza d’acqua, contatto con terreno,..)”; la soluzione che è stata premiata dall’Amministrazione appaltante (Consorzio di Bonifica Pianura Friulana) è quella proposta dell’Appaltatore Adriacos S.r.l. di Latisana (Ud) mediante l’utilizzo di profili in PRFV a marchio P-TREX prodotti da FIBRE NET S.p.A., in quanto fornisce garanzia di durabilità oltre che rispondere ai requisiti di resistenza di progetto.
Conclusioni
Si può evidenziare come:
– la soluzione geotecnica strutturale adottata abbia trovato un sistema molto più economico dei sistemi tradizionali, anche considerando il costo esponenziale delle palificate lignee con lunghezze superiori agli 8 metri (in questi terreni sarebbero le lunghezze si aggiravano sui 12 metri);
– la soluzione di riutilizzare il sedimento, in un’ottica di economia circolare, lo ha trasformato da “problema” a risorsa;
– l’uso di materiali innovativi per la tirantatura ha annullato il problema della corrosione dei classici ancoraggi metallici aumentandone la durabilità e offrendo una efficace protezione alle teste;
– proteggendo il traverso di collegamento in PRFV (posto in opera con le ali verso l’alto) con un tronco in legno unito alle ottime proprietà meccaniche dei profilati, permette anche la possibilità di transitare con mezzi meccanici al di sopra della struttura minimizzando i costi di gestione del corso d’acqua;
– il preassemblaggio del sistema di tirantatura ha permesso più che un dimezzamento dei tempi di realizzazione delle opere, con il conseguente abbattimento dei costi;
– l’elemento “debole” del sistema resta la parte in legno nella zona del bagnasciuga, che determina la vita utile dell’intera opera.
Se vuoi ricevere l’articolo completo o semplicemente avere maggiori informazioni, scrivici a info@p-trex.it
Autori: Ing. Massimo Blasone, Ing. Massimo Ventulini, Ing. Enrico Zanello
L’articolo, di cui questo è un estratto, si pregia del contributo tecnico alla stesura dell’Ing. progettista strutturale e geotecnico Massimo Blasone, del Vicedirettore Tecnico dell’Ente Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, Ing Massimo Ventulini e dell’Ing. Enrico Zanello, Responsabile Ufficio Tecnico di P-TREX.
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